Buranello


Giacomo Buranello

L’uomo ha due attitudini:

quella a conoscere e quella ad agire

Giacomo Buranello nasce a Meolo, in provincia di Venezia, il 27 marzo 1921.
Per motivi di lavoro – impiego del padre come operaio nelle officine Ansaldo la famiglia si trasferisce a Genova, nel quartiere di Sampierdarena.

Dopo aver frequentato l’Istituto tecnico di Sampierdarena e il liceo scientifico Cassini, si iscrive alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova.
Infiammato dalle lezioni del maestro di scuola elementare Antonino Rossi, fervente mazziniano, Buranello si avvicina presto all’ideologia comunista.
Egli fonda un gruppo di giovani comunisti, con i quali organizza il “Soccorso rosso”, e apre una tipografia clandestina.

Conoscere

Il suo particolare ingegno, curiosità e disposizione agli studi lo portano ad acquisire una propria coscienza politica a soli quindici anni. “E se io desidero talvolta diventare uno scrittore è appunto per persuadere. ‘L’arte per l’arte’, che vuol dire ‘l’arte per la fama’ è a parer mio ciò che di più basso sia uscito dal cervello umano. Con questo non è detto che io non apprezzi dal punto di vista artistico i rappresentanti di questa tendenza. Ma il mio cuore è con gli altri. Per questo amo Mazzini, il Parini, Dante, il De Amicis, per questo mi piacciono i Russi.”
Dalla lettura approfondita di tali scrittori apprende forti insegnamenti morali che lo formeranno intellettualmente.
Giacomo sostiene che “occorre avere la fede di Mazzini” e attraverso le letture degli scrittori russi si tempra all’interpretazione logica e razionale dei fatti.
Grazie a Marx comprende il valore del lavoro e trova una risposta all’angosciosa domanda sul “perché le forze produttrici siano le più disgraziate”.
Denuncia la mancanza di libertà di opinione e i privilegi dei fascisti.

Il suo obbiettivo diviene quello di infrangere il sistema di ingiustizie, combattendo anche a costo della vita.

“Se Dio mi assisterà, un giorno potrò sacrificarmi per la libertà, per la giustizia, per la fratellanza”.

“Ora, se un giorno scriverò, materia della mia arte saranno le mie idee e la realtà. In me questi due elementi si uniscono”.

Agire

Nel marzo 1941 inizia il servizio di leva, prima a Pavia, poi a Bologna, venendo successivamente inviato a Chiavari, con il grado di sergente, presso il 15° reggimento genio. Contemporaneamente partecipa, in occasione di permessi e licenze, a riunioni e convegni clandestini del partito comunista, interagendo con compagni di altre città italiane. L’11 ottobre 1942 viene arrestato con i componenti del Comitato antifascista di Sampierdarena; tra costoro vi è anche Walter Fillak.

Dopo essere stato portato al carcere di Marassi, Giacomo viene inviato al penitenziario di Massa Carrara e poi a quello di Regina Coeli (luglio 1943) a Roma, detenzione nel corso della quale non smette di fare propaganda antifascista, anche tra i carcerieri.
Scarcerato il 29 agosto 1943, Buranello ritorna a Genova e dopo l’8 settembre ottiene l’incarico, dal partito comunista, di costituire il primo nucleo dei GAP, i Gruppi di azione patriottica, chiamati a compiere sensazionali attentati, in pieno centro cittadino, a danno di esponenti dell’esercito tedesco e della RSI.
Nel gennaio del 1944, dopo aver portato a termine con un compagno un mortale agguato a due soldati tedeschi nella centralissima via XX Settembre, deve abbandonare la città e raggiungere le formazioni partigiane di montagna: in questo periodo assumerà il comando del 1° distaccamento della 3ª brigata Liguria, nella zona del monte Tobbio.
Il 28 febbraio torna in città, con l’incarico di sostenere con azioni armate lo sciopero generale previsto per il 1° marzo, che a Genova, a differenza delle altre città del nord, non decollerà.
La mattina del 2 marzo 1944, mentre si trovava nel bar Delucchi di via Brigata Liguria, è riconosciuto da alcuni agenti fascisti in borghese: dopo averne uccisi due di essi, viene catturato nel corso della fuga.

Portato in questura, e consegnato al commissario della squadra politica Giusto Veneziani, viene sottoposto ad incessanti interrogatori e violenze. Il giorno dopo è fucilato – ma taluni sostennero che fosse già morto per le sevizie subite nel corso della notte – al forte San Giuliano.

Giacomo Buranello è stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Fonti

  • “Diario” di Giacomo Buranello, conservato presso l’Archivio storico dell’Ilsrec.
  • Manlio Calegari, Comunisti e partigiani. Genova 1942-1945 (Acqui Terme, Impressioni Grafiche, 2007).
  • Documenti dell’Archivio storico dell’Ilsrec
  • Materiale e indicazioni bibliografiche fornite dall’Ilsrec.
il Progetto  Team Classi Credits Ilsrec

Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

Liceo Scientifico Statale G. D. Cassini Genova

 

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