Eppure non siamo soli

di Marco Peschiera

 

Soli come un Papa a Pasqua in San Pietro.

Soli come un Presidente il 25 aprile al Milite Ignoto.

Soli come una rockstar il Primo Maggio al concertone di San Giovanni.

Soli ma mai isolati, e invece perennemente collegati con immagini e parole, musiche e numeri, catastrofismi e spiritosaggini, dissertazioni scientifiche e profezie economiche, poche analisi sensate e troppe chiacchiere politicanti, lutti tanti e speranze rare.

Tra Wuhan e Vo.

Tra Codogno e Washington passando per Bruxelles e Londra.

Tra chiudiamo tutto e iniezionidi amuchina.

Tra immunità di gregge e apriamo tutto.

Tra attività motorie e bare sui camion.

Aspettando il decreto del governo.

Aspettando l’ordinanza del ras regionale che contraddica il decreto del governo.

Aspettando l’ordinanza del sindaco che contraddica l’ordinanza del ras regionale.

Aspettando che il governo decida finalmente di incazzarsi contro tutte le ordinanze.

Aspettando di sapere se oggi è morta un po’ meno gente di ieri.

Sempre con un occhio alla cartina del mondo, casomai qualcuno ci avesse superato in classifica.

Sempre con in tasca l’autocertificazione (ultimissima edizione).

E comunque “andrà tutto bene”.

Forse.

Tutti noi abbiamo vissuto in questo modo la “fase 1” della pandemia e nessuno sa cosa succederà nella “fase 2” che va a cominciare, tantomeno si può capire se e quando arriverà una “fase 3”.

In queste settimane il mondo ha navigato a vista e nessuno ha ancora trovato una rotta credibile, così alla constatazione di essere soli si accompagna la sgradevole sensazione di essere anche male accompagnati.

Eppure, ancorché forzata, la solitudine può aiutare a pensare.

In questo numero più che mai “a distanza” della nostra rivista (guarda caso, si chiama Rete delle idee) raccogliamo le idee di tanti collaboratori e amici per condividerle e confrontarci sul presente e sul futuro possibile.

Sono articoli e analisi scritti e raccolti nell’arco di alcune settimane dalla vigilia di Pasqua fino ai primi di maggio, quasi a formare un “diario” di questa epoca che segna una cesura della storia. Sappiamo già che c’è stato un “prima” e ci sarà un “dopo”: la pandemia cambierà, e per sempre, il lavoro, la scuola, la politica, l’economia, i rapporti sociali, lo Stato e le Regioni, l’Italia e l’Europa, la Cina e l’America. Se in meglio o in peggio, possiamo solo provare a immaginarlo.

Quasi tutti i testi di questa rivista, introdotti dall’intervento del presidente dell’Ilsrec Mino Ronzitti e pubblicati in ordine cronologico, sono decisamente più lunghi del solito. Del resto, indipendentemente da qualsiasi decreto o ordinanza, è ancora consigliabile restare a casa il più possibile. Dunque, il tempo per leggere non mancherà.

 

 

L’ articolo è stato redatto il 3 maggio 2020

 

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Autore dell'articolo: Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell′Età Contemporanea

ILSREC - Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Questo Istituto, fin dalla sua fondazione nell'immediato dopoguerra persegue, con spirito di verità e rigore scientifico, lo studio e la divulgazione dei molteplici aspetti che hanno mosso e caratterizzato la Resistenza, nel quadro degli eventi che hanno drammaticamente segnato l’intera storia del Novecento.

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