Giorgio Issel nasce a Genova il 22 giugno 1919; compie gli studi superiori al liceo scientifico Cassini e poi si iscrive alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, che frequenterà per cinque anni.
Nel 1942 interrompe gli studi, avendo ricevuto la chiamata alle armi per il Genio ferrovieri di Torino: in tale periodo si occupa del disinnesco di bombe e spezzoni durante i bombardamenti della città.
Settembre 1943: promosso ufficiale di prima nomina, dopo l’8 settembre viene catturato dai nazisti durante il viaggio per la presa di servizio a Bologna ma, con l’aiuto di un soldato, riesce a eludere la sorveglianza della sentinella e a raggiungere Genova.
Issel sceglie la strada della Resistenza e si trasferisce nel Lecchese, nella zona del pizzo d’Erna, unendosi a un gruppo di circa 170 uomini. Nell’ottobre 1943 il gruppo viene però disperso dai tedeschi con una poderosa azione di rastrellamento; Issel, con alcuni compagni, si reca allora a Cantiglio, località della provincia di Bergamo in valle Brembana.
A Cantiglio nasce una banda “sui generis” guidata dal maggiore Enzo. Del gruppo, in cui erano presenti alcuni elementi poi distintisi nella Resistenza bergamasca, facevano parte anche ex prigionieri neozelandesi, greci, francesi, inglesi, jugoslavi. Carente era l’armamento, costituito da alcuni vecchi fucili mod. 91 e un mitragliatore tipo Breda, altrettanto scarse le munizioni.
Nel novembre 1943 si scatena nelle valli bergamasche una dura reazione contro il movimento resistenziale.La maggior parte dei componenti della banda decide allora di abbandonare Cantiglio. A rimanere è solo un piccolo presidio capitanato da Issel, che aveva ritenuto improbabile un rastrellamento a breve scadenza, vista l’abbondante nevicata caduta in quei giorni Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre un centinaio di militi fascisti e una cinquantina di SS tedesche, al comando del capitano Bucholz, prendono d’assalto Cantiglio. I partigiani vengono colti di sorpresa: rifiutata la resa, dopo un disperato tentativo di resistenza sono sopraffatti dalle soverchianti forze nemiche. Nel corso dello scontro a fuoco Issel cade crivellato dai colpi degli assalitori. Secondo una testimonianza il nemico avrebbe infierito sul suo corpo con decine di pugnalate.
Durante l’attacco cadono, oltre a Issel, anche il francese Raymond Marcel Jabin, e il sangiovannese Evaristo Galizzi. Altri quattro partigiani catturati e non trovati in possesso di armi, vengono inviati in campo di concentramento.
Evaristo Galizzi Raymond Marcel Jabin
Il 5 dicembre 1943
le salme dei caduti vengono portate a Pizzino con l’aiuto dei compagni superstiti e là sepolte tre giorni dopo, di notte, senza alcuna cerimonia.
I solenni funerali avverranno solo dopo la Liberazione.
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Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
Liceo Scientifico Statale G. D. Cassini Genova