Studente della facoltà di giurisprudenza all'università di Genova, Giuseppe Balduzzi (Marco II) dal febbraio 1943 frequenta il corso allievi ufficiali.
Dopo l'8 settembre, ventunenne, entra a far parte della Resistenza iniziando a svolgere attività organizzative clandestine nell'ambito universitario.
Nella primavera del 1944, arrestato a Genova dalla Gnr, riesce ad evadere e a raggiungere in val Trebbia il distaccamento partigiano comandato da Aurelio Ferrando (Scrivia).
Al comando di Scrivia farà parte prima della brigata Garibaldi Oreste e, successivamente, della divisione Pinan-Cichero, in qualità di responsabile del Sip, distinguendosi per l'efficienza organizzativa e l'impegno nell'attività volta allo scambio di prigionieri. Nelle prime ore del pomeriggio del 24 aprile 1945, insieme a Mario De Benedetti (Martino), si impadronisce a Pietrabissara del controllo di una posizione di vitale importanza per la ritirata tedesca, catturandone il reparto di genieri e consentendo la tempestiva occupazione del tratto ligure della valle Scrivia, da parte della brigata Oreste della divisione Pinan-Cichero.
La presenza in quel territorio della divisione partigiana, a contrasto della ritirata delle truppe tedesche, è senza dubbio per il generale Meinhold e il suo stato maggiore uno degli elementi che influiscono sulla decisione di firmare la resa e rinunciare a qualsiasi atto ostile.
Giuseppe Balduzzi, già vice presidente dell’Associazione “Memoria della Benedicta”, ha fatto parte degli organi direttivi dell’ILSREC e, dal 2014, è membro del Consiglio generale.
[da “Storia e memoria”, n.1, 2015, p.35]