Dichiarazione del presidente Giacomo Ronzitti e del presidente onorario Giancarlo Piombino
Il 25 Aprile è a fondamento della Repubblica e della Costituzione, come ha ricordato il presidente Mattarella, e tutti coloro che partecipano a questa giornata con sincero spirito democratico riconoscendosi nei valori antifascisti devono sentirsi accolti, e sono per noi i benvenuti.
Perciò, mentre sono da noi fortemente criticati e criticabili quanti si rifiutano di partecipare a questa celebrazione per fazioso spirito ideologico e di parte, al contrario non sono accettabili contestazioni pregiudiziali e fischi contro chi esprime i nostri stessi valori e rappresenta le istituzioni.
La Resistenza è stata un grande movimento pluralistico e unitario, e appartiene a tutti coloro che nei principi costituzionali e nei valori antifascisti si riconoscono, è patrimonio comune dell’Italia. Il gioco e lo scontro politico sono l’essenza della democrazia ma devono essere esercitati in altre sedi e in altri momenti, e in quel contesto ognuno si assume le sue responsabilità.
Dichiarazione di Francesco Cozzi
Credo che il dissenso sia consentito, ma prima bisogna aver sentito cosa si dice. Il mio mestiere presuppone il rispetto del contraddittorio. Ma un fischio preventivo e prevenuto a chi in quel momento rappresenta le istituzioni non c’entra con la capacità di critica. Dopo il discorso, invece, se uno non approva quanto viene detto è legittimo che fischi, si fa anche a teatro. Non è la prima volta che succede: cosa avrebbe detto chi fischiava se Toti e Bucci, sapendo di andare incontro a contestazioni, non avessero partecipato? Che non rispettavano il 25 Aprile. Toti si è espresso con molta nettezza sulla distinzione da fare tra chi combatteva per la libertà e chi stava con Salò.