Rimasto orfano di madre a quindici anni, trascorre due anni in Africa orientale con la sorella e il padre, presidente del Tribunale di Harar in Etiopia. Rientrato in Italia nel 1939, dopo aver conseguito la maturità classica è ammesso alla Scuola Normale di Pisa nella classe di giurisprudenza. Nella città toscana si forma alla lezione di maestri quali Guido Calogero e Aldo Capitini, entrando in contatto con gli ambienti dell’antifascismo.
Chiamato alle armi nel 1941 e destinato alla Capitaneria del porto di Imperia, nei giorni successivi all’8 settembre si adopera per la costituzione di un primigenio nucleo di lotta partigiana che avrebbe operato nella zona del monte Faudo sotto il comando militare di Vittorio Acquarone (Vittorio o Marino). Arrestato dai fascisti nel dicembre 1943 e rinchiuso dapprima nel carcere di Imperia e poi in quello di Savona, sotto la custodia della Gestapo, successivamente viene preso in consegna dalle SS e trasferito nella 4a sezione del carcere genovese di Marassi.
Sfuggito fortunosamente alla rappresaglia nazista del Turchino (tra le 59 vittime due erano suoi compagni di cella), alla fine del maggio 1944 viene internato nel campo di concentramento di Fossoli, preludio alla deportazione nel lager di Mauthausen, le cui porte si sarebbero schiuse solo il 5 maggio 1945, con l’arrivo delle forze armate americane.
Avvocato penalista, nel dopoguerra intraprende una carriera politica nelle fila del Pci che, a partire dal 1976, lo avrebbe portato in parlamento per tre legislature e, successivamente, al consiglio di presidenza della Corte dei conti. Vicepresidente dell’Anpi e membro del direttivo dell’Insmli, dal 1992 è presidente e, dal 2012 fino alla scomparsa, presidente onorario dell’Ilsrec.
Nel 2006 il Comune di Genova gli ha conferito il Grifo d’oro, massima onorificenza cittadina.
[scheda tratta da F. Gimelli, P. Battifora (a cura di), in Dizionario della Resistenza in Liguria. Protagonisti, luoghi, eventi, organismi, formazioni, De Ferrari, Genova, 2008, p.299]