L’ilsrec esprime il proprio profondo cordoglio per la scomparsa di Stefano Porcù “Nino”.
Di lui resta vivido in tutti noi il ricordo del suo rigore morale e del suo impegno intellettuale che fino agli ultimi giorni, da nonno, si è rivolto ai suoi tanti “nipoti” affinché i valori della libertà e della giustizia sociale continuassero a nutrire la nostra democrazia. Ai suoi figli e ai suoi nipoti va la nostra affettuosa solidarietà
Stefano Porcù
Nato a Genova il 29 marzo 1925, giornalista, partigiano combattente. Nato alle origini del fascismo e cresciuto col fascismo, subì l’intera trafila della disciplina scolastica di allora: balilla, avanguardista, premilitare. Nel novembre del 1943, studente, era stato chiamato alle armi ma, grazie al padre (un antifascista rinchiuso poi nei campi di concentramento nazisti) e all’educazione ricevuta, il giovane prese la strada dei monti. Nell’entroterra di Genova “Nino” si unì ad una delle prime bande partigiane formatesi attorno a quello che, poi, sarebbe diventato il leggendario comandante “Bisagno”.
Nominato successivamente commissario del I distaccamento della “Cichero”, comandato da “Scrivia”, “Nino” assolse l’incarico, oltre a combattere, di trasmettere ai giovani volontari che entravano nella formazione, quel “rigore morale” che aveva caratterizzato l’impegno dei primi partigiani. Durante il conflitto iniziò a scrivere le relazioni per il giornale “Il Partigiano”. Quindi, dopo la liberazione, un altro comandante partigiano “Bini”, lo chiamò come giornalista nella redazione dell’edizione genovese dell’Unità, dove in qualità di cronista di nera, sport e inviato, rimase fino al pensionamento.
In seguito fu presidente del USSI, dell’Ordine dei giornalisti della Liguria e dell’ AGIT ma non rinunciò mai a incontrare i giovani, recandosi spesso nelle scuole per spiegare la resistenza e il suo significato. Tutto questo lo ha spiegato nel 2001 nel libro “Nonno, chi erano i partigiani” ristampato con la collaborazione dell’ Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.