Così la natura ci presenta il conto

di Carlo Rognoni

Siamo agli “arresti domiciliari”. E probabilmente, inconsapevolmente, ce lo meritiamo. Perché? Perché siamo colpevoli. Per non esserci fatti carico della natura alla quale apparteniamo, come avremmo dovuto.

 

È noto che il 60 per cento delle malattie che affliggono gli esseri umani ha origine animale, dall’influenza alla pesta bubbonica… al coronavirus nella sua attuale versione Covid-19.

Scambi di batteri e virus tra umani e altre specie ci sono sempre stati. Negli ultimi anni, tuttavia, qualcosa è cambiato: la trasformazione radicale degli ecosistemi ha aumentato esponenzialmente i casi in cui un virus fa un salto di specie (in gergo tecnico uno spillover).

In un bel libro di Francesco Guglieri (“Leggere la terra e il cielo”, letteratura scientifica per non scienziati) in uno degli ultimi capitoli viene citato ampiamente un volume di David Quammen, un saggio straordinario, una specie di romanzo noir pubblicato da Adelphi, che in 600 pagine, in sei anni di lavoro, di ricerche, di interviste, di incontri, ci aiuta a capire la tragedia che stiamo vivendo ormai in tutto il mondo.

“La disintegrazione di interi ecosistemi da parte dell’uomo ha le caratteristiche del cataclisma: deforestazione, aumento del terreno destinato all’agricoltura, costruzione di strade e altre infrastrutture, inquinamento dei mari e dell’atmosfera, sfruttamento insostenibile delle risorse ittiche, urbanizzazione di massa, cambiamento climatico e molti altri elementi non fanno che sbriciolare interi ecosistemi”.

Gli specialisti usano il termine “virosfera” per identificare un gruppo di esseri viventi la cui estensione, probabilmente, fa impallidire qualsiasi altro gruppo. Una volta che distruggiamo la sua casa, al parassita non resta che una scelta: trovarne una nuova (adattandosi e mutando: e i virus il cui genoma consiste di RNA e non di DNA sono più soggetti a mutazioni) o estinguersi.

Non  a caso il libro di Quammen comincia con una citazione dell’Apocalisse: “Ed ecco, mi apparve un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’Inferno”.

La devastazione ambientale portata avanti dalla nostra specie sta creando le nuove occasioni di contatto con soggetti patogeni: inoltre il nostro stile di vita, i modelli sociali e di consumo della tarda modernità fanno sì che la diffusione delle malattie infettive sia ancora più veloce ed esplosiva di prima. Gli epidemiologi – ci racconta Guglieri – chiamano “Next Big One” il prossimo virus zoonotico in grado di diffondersi e infettare su scala planetaria. “Guardandole da lontano, tutte insieme, queste malattie sembrano confermare l’antica verità darwiniana: siamo davvero una specie animale, legata in modo indissolubile alle altre, nelle nostre origini, nella nostra evoluzione, in salute e in malattia”.

 

  1. s.: Ho molto apprezzato la lettera che il presidente Ronzitti ha inviato a noi tutti, suoi amici, soci dell’Ilresc, cittadini turbati da quello che ci sta accadendo. Condivido le sue stringenti e drammatiche considerazioni sull’Europa. In particolare – da vecchio giornalista – mi trovo in assoluta sintonia con le parole che dedica all’informazione, che deve essere tempestiva, completa, trasparente. Come non essere d’accordo poi con l’appello al senso di responsabilità che oggi più di ieri dovrebbero dimostrare tutti i giornalisti, di tutti i media? Nel numero speciale, il primo del 2020, di Storia e Memoria dedicato a “Democrazia e web” e che presto – spero – sarà in distribuzione abbiamo approfondito un aspetto dell’informazione gestita dai colossi del web. C’è molto da fare per rendere internet uno strumento all’altezza dei prossimi anni. Oggi apprezziamo moltissimo internet visto che ci aiuta a non essere più soli di quanto siamo ma dovremo lavorare per impedire che diventi sempre di più una asset in possesso di poche multinazionali, americane o cinesi non importa.
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Autore dell'articolo: Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell′Età Contemporanea

ILSREC - Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Questo Istituto, fin dalla sua fondazione nell'immediato dopoguerra persegue, con spirito di verità e rigore scientifico, lo studio e la divulgazione dei molteplici aspetti che hanno mosso e caratterizzato la Resistenza, nel quadro degli eventi che hanno drammaticamente segnato l’intera storia del Novecento.

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