Dichiarazione sulla morte di Aldo Gastaldi “Bisagno”

 

Dichiarazione sulla morte di Aldo Gastaldi “Bisagno”

 

A distanza ormai di un ottantennio dalla scomparsa di Aldo Gastaldi Bisagno assistiamo al reiterarsi in più occasioni, anche ufficiali, di illazioni in merito alle circostanze in cui si verificò la morte del valoroso partigiano genovese, comandante della divisione Cichero e figura tra le più illustre e significative dell’intero panorama resistenziale italiano.

Aldo Gastaldi morì il 21 maggio 1945 per un banale incidente avvenuto nei pressi di Desenzano lungo la strada che costeggia il lago di Garda: di ritorno da Riva del Garda, ove aveva voluto accompagnare alle loro case alcuni alpini del battaglione Vestone passati nelle file della Resistenza, Bisagno, per una brusca e improvvisa manovra dell’autista, cadde dal tetto della cabina del camion su cui era salito, finendo per essere mortalmente travolto dalle ruote del veicolo. Una morte assurda e beffarda per chi, nei venti mesi di lotta partigiana, aveva sfidato mille volte il pericolo, dando prova di un coraggio e una tempra morale fuori dal comune. Una morte la cui dinamica è attestata dalle indagini dei carabinieri di Desenzano e dalla testimonianza, depositata nell’Archivio dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, del partigiano che gli era accanto al momento della tragedia, insieme ad altre dichiarazioni coeve e relative a quell’incidente.

Una ricostruzione ostinatamente rifiutata però da coloro che, insinuando la tesi del complotto ordito dai “comunisti” al fine di sbarazzarsi di uno scomodo e carismatico personaggio quanto mai critico verso ogni forma di indottrinamento e propaganda partitica, ritengono si sia trattato di un deliberato omicidio, sotto forma di un incidente simulato.

Su quali basi viene operata questa contro-narrazione, che tira in ballo anche una supposta bevanda “avvelenata” offerta a Bisagno, durante una sosta? Quali sarebbero le fonti e i riscontri in grado di suffragare una ipotesi di simile portata e gravità? Nessun documento viene presentato a conferma di questa inverosimile ipotesi e questo per la semplice ragione dell’inesistenza di documenti in grado di avvalorare una tesi di questo genere. Tutto si basa solo ed esclusivamente su illazioni, voci prive di riscontro, supposizioni, allusioni, dicerie, deduzioni a senso unico, secondo un modo di procedere tipico di quella sindrome complottista riscontrabile oggigiorno in molti siti web e canali social.

La storia si fa con i documenti e nel rispetto di rigorose metodologie scientifiche. I documenti vanno verificati, interpretati criticamente, opportunamente contestualizzati. In assenza di documenti non si fa storia, magari si potranno scrivere (talora pessimi) romanzi di fantasia. Abbiamo più volte proposto un confronto tra storici sulla base di documenti e fatti verificabili. Ma nessuno ha mai risposto. Ma restiamo disponibili, poiché sarebbe ben triste che Bisagno venisse ricordato più per le circostanze della sua morte, e relative polemiche, che non per gli straordinari fatti della sua vita.

Bisagno non merita questo affronto.

 

Il Presidente ILSREC                                                               Il Presidente ANPI

Giacomo Ronzitti                                                                     Massimo Bisca

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Autore dell'articolo: Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell′Età Contemporanea

ILSREC - Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Questo Istituto, fin dalla sua fondazione nell'immediato dopoguerra persegue, con spirito di verità e rigore scientifico, lo studio e la divulgazione dei molteplici aspetti che hanno mosso e caratterizzato la Resistenza, nel quadro degli eventi che hanno drammaticamente segnato l’intera storia del Novecento.

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