di Carlo Rognoni
Ridere fa bene alla salute. E quando guardi un tuo concittadino che ride ti viene da pensare che sia allegro, che stia bene, che tutto gli vada bene. Il riso – si dice – è contagioso. Vedi un bambino, una donna, un uomo che ridono e viene voglia di ridere anche a te.
Sarà per questo che Salvini e Di Maio ridono sempre? Ci avete fatto caso? Salvini cambia tute, vestiti, giacche, magliette, si fa selfie in continuazione mostrando a bocca larga tutti i denti. Si presenta a noi ora in versione polizia, ora pompiere, ora guardia di finanza. Secondo me – che sono una persona perbene, non maliziosa, più propensa all’ottimismo che al pessimismo – lo fa per strappare un sorriso anche a noi che lo guardiamo.
E Di Maio? Non è da meno. Fatica a star serio. L’avete visto recentemente da Bruno Vespa parlare di Europa, di economia, di Def, di quota 100, di reddito di cittadinanza, di problemi sociali? Tutti temi che meritano non dico di fare il broncio, ma sicuramente non di ridere, neanche di sorridere, non di guardare nella telecamera con aria furbetta e birichina. È come se ci dicesse: io sì che sono davvero un uomo fortunato, con quella poca cultura che mi ritrovo, con quei pochi studi che ho fatto, sono diventato vice premier, capo popolo. Non merito cinque stelle? Ma se ne merito dieci!
Poi leggo i giornali, cerco di approfondire le scelte che il governo ci sta propinando, che ci portano diritti diritti verso una crisi economica ogni giorno sempre meno gestibile.
E allora mi viene in mente una storiella che da ragazzo mi raccontavano a Parma, la città in cui ho fatto le scuole elementari.
Parlavamo di animali. “Hai visto la iena ridens? Esce di notte, al buio pesto, mangia cadaveri. Chissà cos’ha da ridere!”
Già! Salvini e Di Maio che cosa mai avranno da ridere?