di Lorenzo Vincenzi, Presidente ISR La Spezia
Individuare e definire i tratti ricorrenti della Resistenza nella IV Zona operativa significa anzitutto fare ricorso ad una concreta e non meccanica periodizzazione dei venti mesi della o delle guerre di Liberazione. A tal fine può essere utile la periodizzazione in sei fasi proposta da Santo Peli ne La Resistenza in Italia, Torino, 2004.
Ad una prima fase di origini (dall’otto settembre alla fine del ’43) ne succede una seconda tra gennaio e giugno 1944, una terza fase tra giugno e dicembre 1944, una fase di crisi a seguito del Proclama Alexander (dicembre 1944) e dal febbraio ’44 alla primavera ’45 la preparazione dell’insurrezione.
Quindi un momento di passaggio dalla guerra per bande ad una più solida e costante organizzazione politica e militare soprattutto nel mondo del lavoro, fino alla costruzione dei Comandi militari unici, fondamentale a tale proposito un legame con il FFAA non legato a mere coincidenze geografiche. Esemplare a tale proposito la partenza sotto il comando dell’ammiraglio Bergamini della flotta, in esecuzione delle prescrizioni di armistizio, fino al sacrificio della corazzata Roma.
Importantissima la presenza, soprattutto ma non solo nella Val di Vara di provenienti dalle FFAA fino alla nomina del colonnello Mario Fontana al comando militare unico.
Le stesse valutazioni sono doverose, già dopo l’8 settembre, per la nascita dei primi organismi di autogoverno. Fin dalla sua costituzione nel settembre ’43 il CLN spezzino volle proporsi come nuovo ed autentico organismo di governo. Esempio significativo l’impegno per la organizzazione delle fondamentali attività scolastiche nelle zone libere della Val di Vara. Impegno non facile da ogni punto di vista, ma soprattutto prova di volonterosa cultura di governo. Più conosciuta e autorevolmente celebrata una iniziativa del CLN poco dopo la sua costituzione. Accanto all’organismo militare e politico venne infatti costituito quel CLN Sindacale che, dopo timidi esordi, nell’estate precedente organizzò e guidò quegli scioperi di inizio marzo 1944 che ebbero enorme successo soprattutto nel cosiddetto Triangolo industriale, nonostante le rappresaglie con arresti e deportazioni, uno sciopero coraggioso visto il duro clima di occupazione. Ma soprattutto una ulteriore conferma della maturità politica di un organismo come il CLN capace di accordare la propria presenza nelle fabbriche, nelle campagne, nelle scuole di città investite anch’esse dalla violenta repressione, all’ombra della “Villa triste” spezzina: la caserma del XXI Fanteria. Allora luogo di bestiale ferocia, oggi centro di formazione ai valori dell’Italia repubblicana.