Fonti Alleate


 

ALLEATI COME SUPPORTO E RISORSA

Le missioni alleate avevano il compito di istituire rapporti e collegamenti con le formazioni della Resistenza, che necessitavano di ingenti aiuti – dalle armi al vestiario – per continuare la lotta..
I primi contatti della Resistenza ligure avvennero sin dall’autunno 1943 grazie all’iniziativa di Ottorino Balduzzi, primario all’ospedale San Martino, la cui organizzazione Otto aiutò i prigionieri alleati a passare le linee nemiche e svolse un servizio di intelligence, riuscendo così a ottenere i primi aviolanci a beneficio delle formazioni di montagna che andavano costituendosi. A partire dall’estate 1944 vennero inviate in Liguria alcune missioni di collegamento, tra cui la missione americana Walla Walla, che collaborò con i partigiani della VI Zona.
Nel gennaio 1945 vennero lanciate altra due missioni, la britannica Clover e l’americana Peedee, il cui compito consistette nel “sovrintendere” alle azioni dei partigiani in vista dell’insurrezione finale di Genova e della fase, quanto mai delicata politicamente, del trapasso dei poteri.

La missione, impropriamente definita “Gianni”, cui si accenna nel documento qui sotto preso in esame, risulta essere in realtà la missione “Vermouth”, attiva dalla fine di giugno 1944 presso il maggiore Gordon Lett a Zeri, località dello spezzino, nell’ambito quindi della IV Zona operativa (il genovesato, ricordiamolo, corrispondeva alla VI Zona). Grazie alle sinergie tra questa missione e le formazioni partigiane della zona, molti prigionieri alleati, informatori, rappresentanti politici, delegazioni partigiane, profughi riuscirono ad attraversare il fronte e a raggiungere le forze alleate, posizionate al di là della Linea Gotica.

Indicazioni manoscritte rivolte ai prigionieri di guerra (POWS) 

Data 06/10/44
Mittente Membri della missione “Gianni”
Destinatario Prigionieri di guerra (POWS)

 Contenuto:

  • Invito a contattare la missione G. se si vuole partecipare alla guerra al fianco dei partigiani;
  • Il viaggio dura7 giorni;
  • Solo volontari sono accettati;
  • In caso di rifiuto dare il proprio nome per contattare le famiglie e comunicare che si è vivi.

Particolari indicazioni in caso di unione con i partigiani:

  • Munirsi di pile;
  • Non verranno trasportate armi;
  • Assicurarsi della distruzione di qualsiasi foglio possa creare problema in caso di cattura;
  • Non avere con sé documenti di identità.

 Ringraziamento degli Alleati agli italiani
(non viene specificata la missione, cui si deve il breve scritto)

Data 14/04/45
Mittente The American Mission

Ha l’aspetto di un piccolo biglietto:

“Friends! Our thanks to you for your kind consideration during the moment of our great loss.

The American Mission”

Lettera di ringraziamento del comando della VI Zona agli Alleati:

Data 03/05/45
Mittente Comando della VI zona
Destinatario Comandante della V armata (USA)

Contenuto:

  • Iniziale ringraziamento per l’aiuto offerto ai partigiani

(“we feel obliged to express our deepest thanks”)

  • Si enfatizza maggiormente nel secondo paragrafo il ringraziamento per il coraggio e il sacrificio in favore della liberazione dell’Italia

(“we must emphasize that all have shown courage,spirit and sacrifice”)

  • Promessa di non dimenticare il prezioso aiuto offerto

(“we will not forget all the good which has been done”)

  • Si esprime la volontà di mantenere un rapporto di amicizia e alleanza per il futuro

(“…tend to cement the friendship and common alliance between the American and Italian

peoples, to support their similar ideals in the future”)

Confronto di stile tra i due documenti:

Ringraziamento degli alleati agli italiani Ringraziamento degli italiani agli Alleati
Piccolo biglietto Lunga lettera
Semplicità nelle espressioni Prolisso, frasi lunghe con uno scarso uso di punteggiatura
Linguaggio amichevole ( Friends!) Linguaggio formale

 

ALLEATI COME VINCITORI E DOMINATORI

In considerazione del fatto che non esistevano dei governi legittimi nei paesi precedentemente occupati dall’Asse, e che bisognava in qualche maniera amministrare questi territori, gli Alleati crearono a questo scopo l’Allied Military Government of Occupied Territories ( AMGOT, in seguito AMG, Amministrazione militare alleata dei territori occupati), organo costituito dalle potenze alleate nei paesi da esse occupati durante il corso della Seconda guerra mondiale. In Italia, la sua creazione fu stabilita, contemporaneamente alla decisione dello sbarco in Sicilia, dalla conferenza di Casablanca (24 gennaio 1943). Il suo scopo principale doveva essere quello di agevolare le operazioni militari, nel senso di garantire “la sicurezza delle forze di occupazione e delle loro vie di comunicazione”, di governare una nazione occupata e “presumibilmente ostile”, di “utilizzare” le risorse economiche del territorio occupato e “assecondare gli sforzi politici e militari delle forze alleate in vista delle future operazioni”.

Orders to Patriots in Rapallo and District under Jurisdiction of Major Robinson, Allied Military Government

Data 12/05/1945
Mittente Maggiore C. Robinson, AMG
Destinatario Partigiani a Rapallo

Contenuto:

Ordini direttivi ai partigiani di Rapallo:

  • Divieto di possesso di armi senza il permesso dell’AMG: tutte le armi devono essere contenute nell’Arms Store, la cui chiave è in possesso del O.C. Patriot Unit.
  • Divieto di arresto da parte dei partigiani: invito ai partigiani a comunicare eventuali sospettati al CLN locale.
  • Divieto di richiedere soldi, cibo, vestiti o altri beni ai civili in nome delle Brigate partigiane.
  • Invito a ridurre al minimo la circolazione di veicoli per carenza di carburante.
  • Divieto di circolazione per i veicoli partigiani dopo le 22:30.

Creazione di un Comitato di Brigate partigiane per organizzare la smobilitazione dei partigiani al fine di:

  • Assegnare un bonus ai partigiani prima della smobilitazione.
  • Provvedere all’approvvigionamento dei partigiani durante il viaggio di ritorno verso casa.
  • Trovare un lavoro ai partigiani nel loro distretto.
  • Invito ai partigiani a rivolgersi al CLN locale per qualsiasi difficoltà.

Obiettivo:

  • Evitare atti di violenza da parte dei partigiani tenendo le armi nell’armeria della OC Patriots Unit, vietando richieste di beni ai civili e vietando gli arresti da parte dei partigiani.
  • Organizzare la smobilitazione dei partigiani e il reinserimento di questi ultimi nella vita quotidiana adoperandosi per la ricerca di lavori.
  • Limitare gli spostamenti dei partigiani, evitare eventuali sprechi di risorse carenti, quali il carburante.
  • Evitare il più possibile disordini, ribadendo la disponibilità del CLN locale e dell’AMG in caso di difficoltà.

Propaganda Alleata: PWB

Il Psychological Warfare Branch (Divisione per la guerra psicologica), fu un organismo del Governo militare anglo-americano incaricato della gestione dei mezzi di comunicazione, e perciò della propaganda, italiani: stampa, radio e cinema. Fu attivo tra il 10 luglio 1943 (sbarco alleato in Sicilia) e il 31 dicembre 1945, data in cui ebbe termine l’amministrazione alleata degli ultimi territori della penisola, eccezion fatta per la zona di Trieste, che solo nel 1954 sarebbe stata definitivamente riconsegnata all’Italia.
Appena le forze alleate cominciarono a risalire la penisola, gli ufficiali del Psychological Warfare Branch assunsero il delicato compito di controllare la circolazione delle notizie, censurare i giornali, revocare le autorizzazioni alle testate politicamente “sospette” e adottare misure punitive per quanti, tra i giornalisti, si fossero macchiati di “crimini fascisti”.

Press Plan for Northern Italy

Data 26/03/1945
Data Spedizione 01/05/1945
Mittente Colonel McPhee, PWB
Destinatario CLN Nord Italia

Contenuto:

Indicazioni per la stampa italiana:

  • Giornali fascisti: veto su ogni pubblicazione quotidiana o periodica.
  • Giornali clandestini: permesso di pubblicazione.
  • Giornali tecnici, o non politici: libera pubblicazione.
  • Nuovi giornali: permesso di pubblicazione solo sotto richiesta.
  • Giornali prefascisti: permesso di pubblicazione solo sotto richiesta e in seguito ad approvazione.
  • Introduzione del “Corriere Alleato” nelle principali città italiane con le seguenti caratteristiche:
    • Informazioni e direttive imposte dal PWB.
    • I giornalisti italiani non firmano né commentano, si limitano a tradurre.
    • Ogni articolo è concluso dalla frase “a cura del PWB”.
    • È favorita l’assunzione di membri del CLN.
  • Condizioni di pubblicazione:
    • È necessario presentare una richiesta di permesso di pubblicazione al PWB.
    • Gli articoli devono essere in linea con la censura militare controllata dal AFHQ (Allied Force Headquarters, Quartier generale delle foze armate alleate) Censorship Office (“Military censorship is essential”).
    • Il PWB gode di diritto di veto.

Obiettivo:

  • Controllare le masse tramite i mezzi di comunicazione (radio e giornali).
  • Filtrare e organizzare le informazioni.
  • Evitare la diffusione di ideologie fasciste.
  • Evitare che uno tra i partiti politici italiani prenda il sopravvento, permettendo ad ogni partito la pubblicazione di un solo giornale.

ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

Le forze alleate, dopo aver occupato e liberato la penisola italiana, allargarono la loro sfera d’influenza alla popolazione italiana. Infatti il governo italiano, con l’armistizio di Cassibile, firmato il 3 settembre e reso noto l’8 settembre 1943, pur evitando l’occupazione militare che avrebbe subito la Germania nel 1945, cedette l’autorità legale al governo militare alleato, esercitando il potere “sub condicione”, ovvero entro i limiti consentiti dalle autorità alleate attraverso l’AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territory). In seguito, nei territori che passavano all’amministrazione del governo italiano riconosciuto dagli alleati, il controllo si esercitò in forma diretta attraverso l’ACC (Allied Control Commission), suddivisa nelle sezioni Politica, Economia, Amministrazione, Controllo Militare Regionale; quest’ultima sezione comprendeva a sua volta le seguenti sei sottosezioni: telecomunicazioni, prigionieri, guerra nazionale, esercito, marina, aviazione.
L’obiettivo prioritario del governo alleato era garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nei territori liberati. La popolazione civile, che in un primo momento aveva accolto i militari alleati come liberatori, maturò invece nei loro confronti una certa delusione e sfiducia, dettata dalle terribili condizioni di vita. In realtà questi ultimi non avevano intenzione né di farsi carico degli enormi problemi di una popolazione stremata dalla guerra, né di avviarne la ricostruzione. Erano costretti però a fronteggiare una situazione molto delicata, dovendo evitare sia la diffusione di ideologie illiberali, sia reazioni di violenza tra i cittadini, molti dei quali avevano combattuto come partigiani. Questi ultimi infatti, divenuti numerosi soprattutto nei mesi finali del conflitto, preoccupavano non poco gli Alleati per la loro fama e legittimazione ottenuta presso l’opinione pubblica, e come sottolineava l’ignoto estensore del cosiddetto Dizionario del partigiano anonimo, elenco alfabetico di definizioni delle cose importanti e familiari agli occhi del ribelle della montagna (cfr. Storie della Resistenza, a cura di Domenico Gallo e Italo Poma, Palermo, Sellerio, 2013), gli Alleati “avrebbero preferito fossimo spariti come talpe sottoterra”. Il fenomeno partigiano, agli occhi degli Alleati, si era esteso eccessivamente – “non c’erano buche a sufficienza”, si legge ancora nel citato Dizionario, nelle quali nasconderli – e, una volta conclusa la proficua collaborazione, non si esitò a varare una serie di provvedimenti tesi a ridurre il potere che i partigiani si erano guadagnato con la loro lotta.
Come si evince dai documenti precedentemente analizzati, ciò fu possibile grazie all’introduzione di una serie di norme che allontanarono i civili da determinati uffici e mansioni, soprattutto nell’ambito della diffusione delle notizie, le quali, come abbiamo visto, dovevano essere filtrate e approvate dal PWB.

il Progetto  Team Classi Credits Ilsrec

Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

Liceo Scientifico Statale G. D. Cassini Genova